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Far relazionare i bambini con la diversità per arginare i pregiudizi

Far relazionare i bambini con la diversità per arginare i pregiudizi

Far relazionare i bambini con la diversità per arginare i pregiudizi

L’ex Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha affermato che “Il futuro della nostra società dipende dalla qualità dell’educazione. A scuola si crea comunità, si impara fin da piccoli… ad avere le proprie opinioni.” Del resto i messaggi trasmessi ai bambini possono, per loro tramite, raggiungere le famiglie e così avere impatto, non solo sulla società futura ma anche su quella attuale. Questo è il pensiero che guida le attività di sensibilizzazione sociale di Uniamoci Onlus rivolte ai bambini.

Da alcuni anni, invitata a partecipare alla annuale Festa dell’Europa con la proposizione di attività per coinvolgere i bambini, ha cercato di responsabilizzare i propri utenti con disabilità a svolgere il ruolo di animatori, supportando lo staff nella presentazione delle attività dell’Associazione e nella conduzione dei giochi. L’attenzione e la partecipazione attiva dei piccoli ci hanno stimolato a fare di più: organizzare workshop di educazione non formale per i bambini direttamente a scuola, utilizzando lo stesso principio, ovvero quello di preparare gli utenti con disabilità ad assumere il ruolo di animatori o addirittura di educatori che collaborano con altri educatori. Dopo il primo workshop a scuola sono rimasta piacevolmente sorpresa per il fatto che nessuno dei bambini, era una classe seconda della scuola primaria, avesse fatto domande o osservazioni sul gruppo di educatori che li ha guidati in un’attività di riciclo creativo: due ragazze in sedia a rotelle, un ragazzo con la sindrome di Down, una tirocinante polacca e un’educatrice palermitana. I bambini chiamavano “maestre” le due ragazze in sedia a rotelle e chiedevano loro aiuto, non mostrando alcun atteggiamento discriminante.

Altro bellissimo esempio di questa assoluta normalità dei bambini nel relazionarsi con adulti con disabilità, è stata in occasione di un workshop in cui abbiamo guidato i bambini alla scoperta di un giardino sensoriale: in quell’occasione un’educatrice guidava i piccoli alla scoperta dei 5 sensi lungo un percorso nel giardino della scuola ed un giovane con la sindrome di Down aveva il compito di riaccompagnare ciascun bambino dalle maestre e i compagni al termine del percorso. Vedere i bambini affidarsi al loro accompagnatore, che con spavalderia e tenendoli per mano li portava a destinazione, è stata un’altra importante dimostrazione del fatto che le situazioni presentate con naturalezza non lasciano emergere i pregiudizi.

Assodato questo aspetto, siamo andati oltre! Abbiamo portato ai bambini una principessa con la barba, con tanto di unicorni, arcobaleno e palloncini, che gli ha letto loro 2 belle storie sulla parità di genere. Anche qui nessuna premessa e nessun accenno alla diversità da parte degli organizzatori, solo una principess* gentile che ha coinvolto i bambini. Durante lo spazio dell’evento dedicato alle domande dei bambini, contrariamente alle preoccupazioni e aspettative di molti membri dello staff, i bambini prendevano la parola solo per dire “Principessa sei bellissima” e “Ti voglio bene”.

In tutte e tre le situazioni la diversità era evidente, ma chi ha condotto le attività ha sempre posto l’accento sul processo, sull’attività in sè, piuttosto che sulla diversità e, di fatto, la diversità, certamente notata, non ha però determinato alcun atteggiamento discriminante, neppure attraverso domande volte ad indagare la natura di quella diversità percepita.

Tale reazione dei bambini non dipende, come ci si potrebbe aspettare, dalla loro condizione socio-economica e culturale, ma è semplicemente una reazione naturale alla situazione nella quale sono stati coinvolti: ci siamo infatti rivolti alla scuola Orestano di Brancaccio che ha accettato con coraggio e disponibilità di partecipare alla nostra sfida per l’inclusione.

I bambini assorbono tutto ciò che accade nel loro ambiente, mezzi di comunicazione e gruppo dei pari compresi, ed è innegabile che questo abbia delle ricadute sui loro pensieri, atteggiamenti e comportamenti. Per evitare che crescano rafforzando i loro pregiudizi, proponiamo l’utilizzo della relazione e la conoscenza diretta della diversità, piuttosto che il semplice parlare di diversità (di qualsiasi natura essa sia), quale strumento efficace capace di agire sul livello emotivo e non soltanto su quello cognitivo e di produrre naturali atteggiamenti di tolleranza e non discriminazione.

Eleonora Di Liberto

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